Piante annuali e perenni: le differenze e quali scegliere

person Pubblicato da: Mario Cafaro list In: Rubrica del Giardiniere

Il mondo del giardinaggio è estremamente variegato e complesso e chi decide di dedicarsi alla cura del proprio giardino spesso può trovarsi disorientato. Un modo sicuramente utile per approcciarsi al meglio al giardinaggio è seguire le classificazioni, raggruppamenti di piante accomunate dalla stessa particolarità che permettono di capire meglio cosa scegliere.

Le piante possono essere classificate – e quindi raggruppate – secondo tantissimi parametri, anche molto diversi tra loro. Se lo scopo è quello di individuare le piante migliori per allestire il proprio giardino, allora una delle classificazioni più importanti - se non la più importante - è quella che divide le piante in annuali e perenni.

Questi due termini sembrano dire già molto, eppure ci sono aspetti meno evidenti di uno e dell’altro gruppo che è bene sapere, se si vuole che il proprio giardino si presenti esattamente come lo si è immaginato. Vediamoli nel dettaglio.

Piante annuali, perenni e biennali: le differenze

Piante Annuali

Ciò che contraddistingue le piante annuali è il loro ciclo di vita: inizia nel momento della semina e termina dopo la fioritura, generalmente producendo nuovi semi. Ad onor del vero, alcune varietà hanno un ciclo di vita talmente breve da riuscire a ripeterlo più volte nella stessa stagione. Alcune piante annuali hanno la particolarità di “riseminarsi” da sole e la loro successiva fioritura è spontanea; per altre, invece, è necessario recuperare i semi e piantarli nuovamente all’inizio della stagione successiva.

Esempi di piante annuali: le zinnie, impatines, fiordalisi, tagete, nigella, eliotropio, petunia.

Piante Perenni

Le piante cosiddette perenni sono quelle piante che hanno un ciclo vitale lungo. Possono presentare forme e portamenti tra i più disparati (cespuglioso, ricadente, strisciante), alcune di queste sono sempreverdi, e generalmente nel periodo invernale la parte aerea si secca e richiede di essere tagliata, affinché l’apparato radicale continui a vivere e germogliare con nuovi getti in primavera. Questa capacità di entrare in una sorta di letargo senza che la pianta muoia è detto “riposo vegetativo”.

Esempi di piante perenni: aquilegia, alstroemeria, anemone giapponese, lychnis, euchera.

Piante Biennali

Tra le due categorie precedenti possiamo incasellare le piante biennali che, come il nome stesso suggerisce, sono quelle piante che completano il loro ciclo vitale nell’arco di due anni. Tendenzialmente, nel corso del primo anno avviene lo sviluppo vegetativo, mentre nel secondo arrivano alla fioritura. Dopo la fioritura e subito prima di morire, la pianta produce nuovi semi.

Esempi di piante biennali: la tulbaghia, le digitalis, il sedano, il finocchio, il prezzemolo.

Piante annuali e perenni: le eccezioni

Piante perenni tenere

Come il nome stesso indica, la perenne tenera è a tutti gli effetti una pianta che segue le logiche di ciclo di vita delle perenni ma con una eccezione: è particolarmente sensibile ai climi più freddi. Infatti gli esempi più tipici di queste piante sono le tropicali o sub-tropicali, capaci di crescere e prosperare per anni in luoghi caratterizzati da temperature miti o calde, ma le sue radici non sono in grado di resistere a contesti climatici più rigidi. Per permettere ad una perenne tenera di sopravvivere, può essere sufficiente farle trascorrere l’inverno all’interno, e riportarla all’esterno quando le temperature riprendono a salire, tipicamente in primavera.

Altre eccezioni

Alcune piante con fiori possono essere classificate sia come annuali che come perenni. Ne è un esempio il Black-Eyed Susan, che nei climi nordici prospera per molti anni come perenne mentre in contesti più caldi producono una rapida crescita durante l’estate e muoiono completamente in autunno.

Piante annuali e perenni: quali scegliere?

Riassumendo, la differenza sostanziale tra le due tipologie è che per le perenni è necessario scegliere una combinazione in base alla loro crescita, periodo di fioritura e colore; mentre per le annuali si ottiene il massimo concentrato in pochi mesi. Ma quali scegliere? Come diciamo sempre, non c’è una regola unica. Provando a semplificare, si potrebbe dire che le piante annuali sono consigliate se si vuole un giardino fiorito e di grande effetto, perché non impongono lunghe attese per mostrare i loro fiori. Al tempo stesso, però, molte di loro richiedono di effettuare nuovamente la semina al termine del loro ciclo di vita. Al contrario, chi è vuole un giardino “senza pensieri” può optare per le perenni che, una volta messe a dimora, richiedono solo la normale cura e manutenzione proprie della pianta. È comunque bene tenere presente che le annuali possono anche essere usate per impreziosire giardini e balconi completando le composizioni create con arbusti, alberi o piante perenni, spesso disponendole ad aiuole.

Il nostro consiglio è quello di rivolgersi sempre ad un esperto per scegliere le migliori piante per realizzare la propria idea di giardino e ottenere il miglior rapporto tra la resa estetica e l’impegno per mantenerlo.

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